Cara Jenny,
diss'egli con una ilarità forzata "un affare di somma importanza mi chiama a Londra, deggio partire immediatamente; spero che domani ci rivedremo."
Gli feci conoscere l'inquietudine che doveva cagionarmi una partenza così precipitata.
Siate tranquilla,
mi disse "milord Edmond viene meco a Londra; egli è a parte della ragione che mi allontana da voi; vorrei comunicarvela, ma mi manca il tempo." Mi prese per la mano, la strinse teneramente, e sortì.
La compagnia con cui egli partiva, fece dileguar dal mio spirito ogni trista apprensione. Immaginai che andassero l'uno e l'altro per affari riguardanti il matrimonio di milord Alderson, non ritrovai di disgustoso per me in quel foglio che l'interesse che prendeva mio avolo in favore di milord Danby; tutto il resto della lettera era per me consolante e onorifico. Mi riconosceva egli per miss Salisbury, mi esibiva l'affetto suo, il nome di sua figlia, e l'eredità de' suoi beni. Senza il progetto di sposarmi a Danby, questa lettera mi presentava l'aspetto della maggior fortuna ch'io potessi desiderare; e senza essere ingrata a milord Arundel, poteva combinarsi l'affetto dell'uno colla benevolenza dell'altro.
Risolsi dunque di disingannar sollecitamente mio avolo della buona opinione ch'egli aveva del mio nemico. Passai parte del giorno e l'intiera notte ad epilogare la storia de' suoi tradimenti e delle mie sofferenze. Consegnai il piego accompagnato da una mia lettera a mister Williams, perché lo recasse a Milord suo padrone.
Eseguita la mia spedizione, riposai lo spazio di due ore in circa; pensai, risvegliandomi, che in quella mattina dovean ritornare i due amici da Londra, e sortii dal mio appartamento per trasportarmi a quello di miledy d'Anglesey, e concertar con essa, se ella lo credeva a proposito, che andassimo l'una e l'altra ad incontrarli con la carrozza: traversando il cortile, sentii un mormorio di voci confuse, e vidi un movimento straordinario nelle persone della bassa famiglia, che mi misero in qualche apprensione; incontrai nella galleria la duchessa di Surrey agitata e piangente; veggendomi ella diretta verso l'appartamento di mìledy d'Anglesey, mi prese per la mano, e mi condusse in un altro: là mi narrò confusamente che suo nipote era già ritornato, che milord Arundel si era battuto nel parco di Londra con milord Danby; che questi, scaricando il primo la sua pistola, ferito aveva milord Arundel, ma che questi, sostenendosi in piedi malgrado la sua ferita, tirò il suo colpo, e gettò morto a terra il suo avversario.
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