L'amica mia se ne accorse; ma afflitta com'ella era, mi pregò di lasciarla sola per qualche istante, bisogno avendo di riposare.
A ciascun'ora del giorno e della notte si ricevevan nuove di milord Arundel; eran queste talora buone, ma più sovente tristi ed afflittive. Il colpo fatale aveva penetrato nel fianco sinistro, la palla non era sortita; far si doveva sopra di lui un'operazione pericolosa; finalmente, dopo sei giorni di spasimi e di angoscie, si seppe che milord Arundel cessato aveva di vivere.
È inutile ch'io vi dipinga, madama, la desolazione in cui tutti qui ci trovammo. Miledy d'Anglesey era fra gli altri sì afflitta e desolata che faceva temere della sua vita. La Duchessa e suo nipote non sapevano quale partito prendere, ed io dolente più per la perdita di un amico a cui tanto doveva, che per quella di uno sposo non scelto dal cuore, forza aveva bastante per consolare me stessa, e insinuar il coraggio e la rassegnazione negli altri.
Lo stesso giorno, verso il tramontar del sole, comparve a Suttoncourt milord Morgan, l'intimo amico di milord Arundel; era stato addirizzato dal defunto con una sua lettera a miledy d'Anglesey; non potendo questa riceverlo nello stato in cui si trovava, fece chiedere a me la permissione di vedermi. Le commissioni di cui doveva egli essere incaricato, mi fecero pensare che non mi conveniva di abboccarmi con esso lui prima di miledy d'Anglesey. Trovando egli ragionevole il mio rifiuto, andò a ricovrarsi nell'appartamento della duchessa di Surrey, ove passò la notte.
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