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      No, non sarà mai verogridai "che io sia a parte di un bene che tutto dee appartenere a miledy d'Anglesey."
      Voleva ella rispondere; milord Morgan interruppe il corso alle prove vicendevoli di nostra vera amicizia, consigliandoci di partir subito per la capitale. Miledy trovavasi imbarazzata, non sapendo quando la duchessa di Surrey e suo nipote sarebbero di partenza. Milord Morgan ci assicurò ch'erano già partiti, e che la Duchessa l'avea incaricato di farle di lei scuse e quelle di milord Edmond colle due dame, giudicando bene di non importunarle in tempo che occupar si dovevano in affari della più grande importanza.
      Non tardammo noi pure ad allestirci per la nostra partenza. La carrozza di milord Morgan bisogno non aveva di alcuna restaurazione; ci servimmo di quella, partimmo dopo di aver pranzato, ed arrivammo la sera alla capitale.
      Subito che la mia cameriera mi vide nel mio appartamento, mi presentò un foglio che per me confidato le aveva milord Edmond prima ch'egli da noi si allontanasse, non prevedendo forse le nostre mosse così vicine.
      Il mio primo pensiere fu di non aprirlo senza prevenire l'amica, ma temendo che il giovine malcontento di lei non isfogasse meco la sua passione, o la sua collera, pensai meglio di assicurarmene, e bene mi avvisai ditale precauzione, poiché trovai inaspettatamente il foglio di queste righe vergato.
     
     
      LETTERA DI MILORD EDMOND A MISS JENNY GLANVILLE
     
      Il mio crudel destino mi costringe a partire senza il piacere di vedervi, spero che non sarete per me invisibile a Londra; spero che essendo voi libera, ed io padrone di me medesimo, potrò dirvi senza riguardi, e senza mistero, che vi ho amata dal primo giorno che vi ho veduta, e vi amerò sin ch'io vivo.


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Istoria di Miss Jenny
di Marie Jeanne Riccoboni
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