Nel primo modo furono trattate da molti antichi fingendo le imagini delle Deità, le quali non sono altro, che veli, ò vestimenti da tenere ricoperta quella parte di Filosofia, che riguarda la generatione & la corrotione delle cose naturali, ò la dispositione de' Cieli, ò l'influenza delle Stelle, ò la fermezza della Terra, ò altre simili cose, le quali con un lungo studio ritrovarono per avanzare in questa cognitione la Plebe & acciò che non egualmente i dotti & gl'ignoranti potessero intendere & penetrare le cagioni delle cose, se le andavano copertamente communicando frà se stessi & copertamente ancora per mezzo di queste imagini le lasciavano a' Posteri, che dovevano à gl'altri essere superiori di dignità & di sapienza. Di qui è nata la gran moltitudine delle favole de gl'antichi Scrittori, le quali hanno l'utile della scienza per li dotti, & il dolce delle curiose narrationi per l'ignoranti. Però molti ancora de gli huomini di gran conto hanno stimato loro degna fatica lo spiegare quelle cose, che trovavano in queste favole occultate, lasciandoci scritto, che per l'imagine di Saturno intendevano il Tempo, il quale à gli anni, a' mesi & a' giorni dà & toglie l'essere, come esso divorava quei medesimi Fanciulli, che erano suoi figliuoli & per quella di Giove fulminante, la parte del Cielo più pura donde vengono quasi tutti gl'effetti Meteorologici. Per la imagine ancora di Venere di estrema bellezza, l'appetito della materia prima, come dicono i Filosofi, alla forma, che gli dà il compimento.
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