Et solo si legge, che Pitagora per vero desiderio di sapienza penetrasse in Egitto con grandissima fatica, ove apprese i secreti delle cose, che occultavano in questi Enigmi; & però tornatosene à casa carico d'anni e di sapienza, meritò, che dopo morte della sua Casa si facesse un Tempio consacrato a' meriti del suo sapere. Trovasi ancora, che Platone gran parte della sua dottrina cavò fuora dalle sue segretezze, nelle quali ancora i Santi Profeti l'ascosero. Et Christo, che fù l'adempimento delle Profetie, occultò gran parte de' secreti divini sotto l'oscurità delle sue parabole.
Fu adunque la sapientia de gli Egittij come huomo horrido, & malvestito, adornato dal tempo per consiglio dell'esperienza; che mostrava esser male celar gl'indicij de' luoghi, ne' quali sono i Tesori acciò che tutti affaticandosi, almeno quelli, che sono dalla Fortuna aiutati, arrivino per questo mezzo à qualche grado di felicità. Questo vestire fù il comporre i corpi delle Imagini distinte di colori alle proportioni di molte varietà, con belle attitudini & con esquisita delicatura & dell'arte & delle cose istesse dalle quali non è alcuno, che alla prima vista non si senta muovere un certo desiderio d'investigare, à che fine siano con tale dispositione & ordini rappresentate. Questa curiosità viene ancora accresciuta dal vedere i nomi delle cose sottoscritte all'istesse Imagini. Et mi par cosa da osservarsi il sottoscrivere i nomi, eccetto quando devono essere in forma d'Enigma, perche senza la cognitione del nome non si può penetrare alla cognitione della cosa significata, se non sono Imagini triviali, che per l'uso alla prima vista da tutti ordinariamente si riconoscono.
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