Ch'i sensi & l'alme nostre allaccia e invescaMa laccio è, che diletta e non ch'offende.
Come in specchio gentil talhor s'infondeRaggio del Sol ch'a gli altri poi d'intorno,
Che veder no'l poteano, si diffonde,
Splenda la luce in te d'un nobil giorno,
Che si sviò per altrui colpa altrondeEt con tal mezzo far dovea ritorno.
Di Gio. Buondelmonti
RIPA, chi mira le pregiate carteVostre e non prende entro al suo cor dolcezza
O non è vivo, ò le virtù disprezza,
O in tutto è privo di giudizio & d'arte.
Voi del ben far ogni più bella parteSpiegando e del contrario ogni bruttezza,
Ponete altrui nell'animo vaghezzaChe questo segua e qual lasci in disparte
Veggonsi poi tutti gli humani affettiDescritti con sì raro e bel disegno
Che stupor e diletto insieme porge.
O quanto sete d'ogni laude degno,
Poi, che ne' vostri gratiosi dettiLa via di gir' al ciel chiara si scorge.
Di Marc'Antonio Baldi.
Tra schizzi e punti un Ciel sereno accensoD'ardenti aspetti, ò rimirar nel pieno
Grembo i vanti de l'Iri, ò ne l'immensoFlutto ondeggiar ad Anfitrite il seno
Veder d'Alpe, ò di scogli arido, e densoE di ridenti Fior vario 'l terreno
Tra scarpelli, e colori opra è del senso,
Sì, che 'l discorso, ò non v'hà parte, ò meno.
Ma d'aspetto invisibile immortaleDar sembianza alle forme impresa, e pondo
D'ingegno è sol ch'in infinito vale.
Onda à solcar, che non hà riva, ò fondoMa che? Cesar il fe'; Cesar il quale
Mai non volle trà i primi esser secondo.
Di Scipione Bargagli.
Con lodi alte i Mortali
Ne' bei secoli andatiLevaro al Cielo i gran saggi Inventori
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