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      Can, che lusinga e morde, acuto strale,
      Che non piaga e, che induce à strane morti,
      Lingua, che dolce appar, mentre è più fella.
      In somma, è piacer rio, gioia mortale,
      Dolce tosco, aspro mel, morbo di Corti,
      Quel, che Adular l'errante volgo appella.
     
      AFFANNO.
      HUOMO, vestito di berettino, vicino al negro, con il capo chino, stia di mala voglia, & in ambedue le mani tenga dell'assentio. Il capo chino, & l'aspetto di mala voglia ci dimostra, che l'affanno è una spetie di maninconia, & dispiacere, che chiude la via al core per ogni sorte di consolatione, & di dolcezza; & per dare ad intendere, che l'affanno è un dispiacere più intenso de gli altri vi si dipinge l'assentio, per segno di amaritudine del dolore, che per significare quest'istesso disse il Petrarca:
      Lagrimar sempre è 'l mio sommo diletto,
      Il rider doglia, il cibo assentio, & tosco.
     
      AFFANNOCordoglio, Rammarico.
     
      HUOMO, mesto, malinconoso, & tutto rabuffato, rivolto con la faccia verso il Cielo, quasi gridando, & dimandando soccorso à Dio; con ambe le mani s'apre il petto, & si mira il cuore, circondato da diversi Serpenti. Sarà vestito di berettino vicino al negro, il detto vestimento sarà stracciato, solo per dimostrare il dispregio di se stesso, &, che quando uno è in travagli dell'animo, non può attendere alla cultura del corpo; & il colore significa l'ultima ruina, & la morte, ove sono congiunti i rammarichi, & i cordogli. Il petto aperto, & il core dalle serpi cinto dinotano i fastidij, & travagli mondani, che sempre, mordendo il core, infondono in noi stessi veleno di rabbia, & di rancore.


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Iconologia overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da Cesare Ripa
di Cesare Ripa
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