Và poi spargendo sì, che del suo ardoreResta acceso ogni core
E, che da l'uso human poco diversoDi Volcan, e di Venere sia nato
E del Ciel tenga il più sublime stato.
Amor è vitio della mente insana,
Quando si muove da suo proprio loco,
Che di piacevol focoL'animo scalda, e nasce ne' verdi anni
All'età, ch'assai può, ma vede poco.
L'otio il nodrisce, e la lascivia humana,
Mentre, che và lontanaLa ria fortuna con suoi gravi danni,
Spiegando i tristi vanni,
E la buona, e felice stà presente,
Porgendo ciò, che tien nel ricco seno,
Ma, se questa vien meno,
Onde il cieco desio al mal consente,
Il fuoco, ch'ardea pria, tutto s'ammorza,
E tosto perde amor ogni sua forza.
AMORE VERSO IDDIO.
HUOMO, che stia riverente, & chino; ma con la faccia rivolta verso il Cielo, quale additi con la sinistra mano, & con la destra mostri il petto aperto.
AMOR DEL PROSSIMO.
HUOMO, vestito nobilmente, & con una mano mostri di legare la ferita di un povero, & con l'altra gli porga danari, secondo il detto di Christo Nostro Signore nell'Evangelio.
AMOR DI SE STESSO.
SI dipingerà secondo l'antico uso Narciso, che si specchia in un fonte, perche amar se stesso non è altro, che vagheggiarsi ritratto nell'opere proprie con sodisfattione, & con applauso. Et ciò è cosa infelice, & degna di riso, quanto infelice, & ridicolosa fù da i Poeti antichi finta la favola di Narciso, però disse l'Alciato:
SI come rimirando il bel Narciso
Nelle chiar onde, il vago suo sembianteLodando hor i begli occhi, hor il bel viso,
Fu di se stesso micidiale amante,
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