Così sovente avvien, che sia derisoL'huom, che sprezzando altrui si ponga inanti
Con lodi, amor soverchio di se stesso,
È vanitade, è danno, è biasmo espresso.
AMOR DI FAMA.
VN fanciullo nudo, coronato di Lauro con i suoi rami, & bacche, haverà nella destra mano in atto di porgere la corona civica; & nella sinistra la corona obsidionale, & sopra un piedestallo vicino à detta figura vi saranno distintamente quelle corone, che usavano i Romani in segno di valore, cioè la Murale, la Castrense, & la Navale.
Racconta A. Gellio, che la corona trionfale d'oro, la quale si dava in honore del trionfo al Capitano, ò all'Imperatore, fù anticamente di Lauro, & l'Obsidionale di Gramigna, & si dava à quelli solamente, che in qualche estremo pericolo havessero salvato tutto l'essercito, ò s'havessero levato l'Essercito da torno. La corona Civica era di Quercia, & gli antichi coronavano di quercia quasi tutte le statue di Giove, quasi, che questa fosse segno di vita, & i Romani solevano dare la ghirlanda di quercia à chi havesse in guerra difeso da morte un Cittadino Romano, volendo dare l'insegna della vita à chi era altrui cagione di vivere. Solevano ancora fare questa ghirlanda d'Ilice, per la similitudine di detti arbori. La Corona Murale era quella, che si dava al Capitano, overo al Soldato, che era stato il primo à montare su le mura del nemico. La Corona Castrense si dava à chi fosse prima d'ogni altro montato dentro i Bastioni, & alloggiamenti nemici. La Navale si dava à colui, che era il primo à montare sù l'Armata nemica.
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