Santo Agostino dipinge la Bugia dicendo, che è falsa significatione della voce di coloro, che con mala intentione niegano, overo affermano una cosa falsa. Et però si rappresenta in una donna giovine, ma brutta, essendo vitio servile, & fuggito sommamente nelle conversationi de' nobili, in modo, che è venuto in uso hoggidì, che attestandosi la sua nobiltà, come per giuramento, nel parlare, si stima per cosa certa, che il ragionamento sia vero.
Vestesi artificiosamente, perche con l'arte sua ella s'industria di dare ad intendere le cose, che non sono. La vesta di cangiante dipinta di varie sorti di mascare, & di lingue dimostra l'incostanza del bugiardo, il quale, dilungandosi dal vero nel favellare, dà diversa apparenza di essere à tutte le cose, & di qui è nato il proverbio, che dice Mendacem oportet esse memorem. Il fascetto di paglia accesa altro non significa se non che, sì come detto fuoco presto s'appiccia, & presto s'ammorza, così la bugia presto nasce, & presto muore. L'esser zoppa dà notizia di quel che si dice trivialmente, Che la bugia hà le gambe assai corte.
CALAMITÀ.
DONNA, mesta, vestita di nero, & male in arnese, mostrandosi debole si regga sopra una canna, tenendo in mano un mazzo di spiche di grano rotte e fracassate come quelle, che vengono sbattute dalla tempesta.
Il vestimento nero significa maninconia, ch'è compagna perpetua della calamità. S'appoggia alla canna, perche non si trova maggior calamità, che quella di colui, che stà in pericolo di ruinare, il quale si conduce molte volte à desiderare la morte per rimedio, & la Canna per essere vacua, & poco densa, facilmente si spezza al sopravenimento del peso, come facilmente mancano le speranze di questo Mondo, perche ogni sorte di vento ancorché debole è bastante à mandare in ruina, & la fabrica, & li fondamenti delle nostre speranze, & per questo si dimanda calamità dalli Calami delle canne.
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