Ogni occhio infermo suo si stà sepoltoIn una occulta, & cavernosa fossa,
Raro hà l'inculto crin, ruvido e scioltoE di sangue ogni vena ignuda è scossa.
Pallido e crespo, magro, e oscuro hà il voltoE de la pelle sol vestite l'ossa
E de l'ossa congiunte in varij modiTraspaion varie forme e varij nodi.
De le ginocchia il nodo in fuor si stende,
E per le secche coscie par gonfiato:
La poppa, che à la costa appesa pendeSembra una palla à vento senza fiato:
Ventre nel ventre suo non si comprendeMa il loco ù par, che sia già il ventre stato
Rassembra in somma l'affamata rabbiaD'ossa una Notomia, che l'anima habbia.
FATICA.
DONNA, mal vestita di color verde, in mano terrà un libro aperto, stando in atto di leggerlo, & à canto vi sarà un Vitello, ò Giuvenco.
La Fatica, secondo il detto di Cicerone, è una certa operatione di grande attione d'animo, ò di corpo, & si rappresenta vestita di verde, perche la speranza la ricuopre, & la mantiene; co' l libro si dimostra la fatica della mente, che si apprende principalmente per mezzo de gli occhi, come strada più facile di cognitione in ogni proposito all'intelletto; quella del corpo si rappresenta per lo significato del Giuvenco, conforme al detto d'Ovidio nel libro XV. delle Metamorf. dove dice:
Cade laboriferi credunt gaudere iuvenci.
FATICA.
DONNA, robusta, & vestita di pelle d'Asino, in maniera, che la testa dell'Asino faccia l'acconciatura de' capelli; essendo questo animale nato alla fatica; & à portare pesi; si aggiungeranno ancora alla detta acconciatura due ali di Grue, & in mano terrà i piedi del medesimo uccello, il quale serve per memoria della fatica, perche è antica opinione, che i nervi dell'ali, & de' i piedi di Grue portati à dosso, faccino sopportare ogni fatica agevolmente, & senza alcun dispiacere, come avvertisce Pierio al libro XVIJ.
| |
Notomia Vitello Giuvenco Fatica Cicerone Giuvenco Ovidio Metamorf Asino Asino Grue Grue Pierio
|