Et Platone disse, che si muove la mente de' Poeti per divin Furore, co'l quale formano molte volte nell'Idea imagini di cose sopra naturali, le quali notate da loro in carte, & rilette di poi, à pena sono intese, & conosciute. Però si dimandano i Poeti presso a' Gentili, per antico costume, Santi, Generatione del Cielo, Figliuoli di Giove, interpreti delle Muse, & Sacerdoti d'Apollo. Per lo Scrivere si mostra ancora, che questo Furore si genera co'l molto essercitio, &, che la natura non basta se non viene dall'arte aiutata. Però disse Horatio:
Cur ego si nequeo, igroroque poetam salutor.
Accennando l'opera dell'arte col non potere, & quella dell'ingegno con l'ignoranza.
FURORE.
HUOMO, d'aspetto horribile, il quale sedendo sopra varij arnesi da guerra, mostri di fremere, havendo le mani legate dietro alle spalle con molte catene, & faccia forza di romperle con l'impeto della fuga.
Il Furore è ministro della guerra, come accenna Virgilio in quel verso:
Iamque faces, & saxa volant, furor arma ministrat.
Et perciò il medesimo altrove lo dipinse sedente sopra un monte d'armi di più sorti, quasi, che in tempo di guerra le somministri à coloro, che hanno l'animo acceso alla vendetta.
Si lega per dimostrare, che il Furore è una specie di pazzia, la quale deve esser vinta e legata dalla ragione. È horribile nell'aspetto, perche un huomo uscito di se stesso, per subito impeto dell'ira, piglia natura, & sembianza di fiera, ò d'altra cosa più spaventevole.
FLAGELLO DI DIO.
HUOMO, vestito di color rosso, nella mano destra tenga una Sferza, & nella sinistra un Fulmine, essendo l'Aria torbida, & il terreno dove stà pieno di Locuste.
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