FURIA.
CADENDO giù, fan ombra all'empio visoI minor serpi del vipereo crine,
E gli occhi son sotto la trista fronteCacciati in due gran cave, onde una luce
Spaventevole vien, simile à quella,
Che tal'hor vinta da cantati versiQuasi piena di sdegno e di vergogna
Mostra la vaga Luna. Di velenoLa pelle è sparsa, & un color di fuoco
Tinge la scura faccia, dalla qualeL'arida sete, la vorace, fame,
I tristi mali e la spietata morteSopra i mortali cade, e dalle spalle
Scende un horrido panno, che nel pettoSi stringe con cerulei nodi e questo
Habito alla crudel Furia rinovaSpesso la terza delle tre sorelle,
Che la vita mortal co' licui li stamiMisurano, & Proserpina con lei,
Et ella, ambe le man scotendo, in questaLa face porta con funeree fiamme,
In quella hà un fiero serpe, onde percuoteL'aria attristando ovunque volge il piede.
Statio coś la dipinge.
FURTO.
GIOVANE, vestito d'habito spedito, con un cappuccio in testa, & con le scarpe di feltro, overo di pelle, in una mano tenendo una lanterna serrata, & nell'altra un grimaldello, & una scala di legno, l'habito sarà pieno di pecchie. Coś si vede dipinto in molti luoghi. Le pecchie sopra il vestimento si fanno, forse, perche esse vanno rubbando a' fiori da tutte le bande il dolce per congregarlo poi tutto insieme nella propria casa, overo per accennare una falsa sorte d'Api, dimandata Fuco da' Latini, che non fà se non mangiar il mele fatto con la fatica delle altre, come i ladri, che consumano la robba acquistata co' sudore, & con le miserie altrui.
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Luna Furia Proserpina Api Fuco Latini
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