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      Prima dunque di ogni altra cosa, nel primo testo del primo libro assegna la ragione, perche convenga al Filosofo naturale trattar di questa materia, & è quasi proemio dell'opra. Indi, discendendo alla narratione, vuol dimostrare che l'Universo sia perfetto. Il che con ragione antepone à tant'altre cose di quali ragionerà in tutti quattro i libri predetti, perche è regola di ben ordinata scienza che i principij debbano prendersi da gli oggetti più universali, e più noti, & essendo fra tutti notissima la mole nelle sostanze corporee, e parimente universale molto da essa meritamente comincia (come hò detto) il Filosofo la sua dottrina celeste. Ma prima che veniamo più oltre, per procedere distintamente, e con ordine, deve avertirsi che nelle cose naturali corporee si ponno considerare due sorti di perfettione: l'una si dirà di natura, l'altra, di mole, ò d'integrità: la prima consiste nell'eccellenza delle cagioni, de i principij, delle parti che chiamano essentiali, delle proprietà, effetti, accidenti e simili; l'altra, nell'haver quantità convenevole, che non ve ne manchi parte alcuna. Come nel primo modo si direbbe perfetto un'huomo che havesse l'intelletto distinto, gli organi, le potenze, i sensi, ben disposti all'operationi, e l'opre istesse aggiustate e degne di persona ragionevole. Nel secondo modo egli sarebbe perfetto, mentre fusse di compita statura, non gli mancasse alcun membro, non fusse nano, &c. e secondo questa consideratione, niuna parte può chiamarsi assolutamente perfetta, essendo ordinata al suo tutto e, per conseguente potentiale, e manchevole, se bene come parte, può haver la perfettione dovutale.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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