E mi maraviglio che, essendo voi così rigido censore della dottrina Peripatetica, & havendo giudicato questa esser la dimostratione della perfettione del Mondo, non gli abbiate fatta una istanza così potente ed insolubile, lasciando l'altre di minor vigore, ò aggiungendola à quelle, ò quelle à questa. Ne mi potrete dire, non esser vero che Aristotile intenda con la predetta dimostrattione mostrar la perfettione del corpo, e non quella propria del Mondo; ma che sia una espositione, ò difesa, perche nel testo quarto del medesimo capo, tutta la dottrina presente si trova, gia che, doppo haver mostrato nel modo sudetto che il corpo sia perfetto, aggiunge; questa perfettione non esser propria dell'Universo, ma di ciascun corpo, che ha forma, ò condition di parte, ma che la propria perfettione di esso (includendo però la predetta, come la specie include il genere) consiste nel contener tutte le cose, nel non esser terminato da altro corpo, come con tutti gli altri che da esso sono contenuti, onde è detto Universo, quasi nella sua unità versi, ò si racchiudi il tutto. Come poi non sia da niun altro terminato, come rinchiuda il tutto, sì che fuora di lui non sia cosa alcuna corporale, abondantemente lo dimostrò nel progresso, e specialmente ove trattò della sua finità, della figura e del moto suo circolare: già che questo è universale assunto, à cui si appoggia tutta la machina della seguente dottrina, onde à poco à poco regolatamente deve adattarsi nelle sue parti. Questa, in somma, è la ragione vera, & adequata della perfettione del Mondo, non quella del corpo che voi gli attribuite.
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