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      E mentre insinuate che in questi numeri astratti, secondo la dottrina mistica di Pittagora, siano rinchiusi altissimi sensi, à bel studio celati al volgo da sapienti, e che Platone stesso ammirasse l'intelletto humano, e lo stimasse partecipe di divinità solo per intender egli la natura de i numeri. Io prima vi dico, che costoro non parlavano di quantità astratte, ma dei fondamenti loro. Pittagora per tanto poneva per principij di tutte le cose le unità, delle quali si compongono i numeri, e per queste unità intendeva principij talmente primi, & independenti, che non fussero composti di altri, ne in altri risolubili: e tale è veramente la natura e conditione de i veri principij; di modo che la sua dottrina era, che le unità, overo entità prime indivisibili fussero principij delle cose, proportionate però a i lor effetti over principiati, ed in questa proportione, secondo la diversità di gradi entitativi, si formava ne i composti diversa perfettione, non già dal puro numero astratto: come, per essempio; che i numeri armonici faccino, in tal ò tal proportione congiunti, una tal consonanza ò armonia, e
      che tante voci, con tali dispositioni di acuto o grave, meglio si convengano, ciò non avviene perche il due o il tre astratto habbia virtù alcuna operativa: ma sì ben la natura di quelle voci, che nel più ò meno aggregano virtù diversa, e varia armonia; non altrimenti di quel che occorre nelle medicine composte di varij liquori; ove non ha che far ne il ternario ne il quaternario, se non in quanto dinotano tante nature ò liquori esistenti.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





Pittagora Platone