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      Ha proceduto dunque Aristotile, nella sua dimostratione, ragionevolmente.
     
     
     
      Del moto circolare, retto e misto, & à quali corpi convengano.
     
      ESERCITATIONE SECONDA.
     
      Dopò di haver Aristotile determinato della perfettione integrale del Mondo, intende venir à i particolari di esso; il che non può più agevolmente fare; quanto che per via di effetti naturali sensibili; fra i quali senz'alcun dubio è principal il moto, come immediato e primogenito operativo figlio della Natura; per mezo di questo dunque vuol, per hora, distinguere i corpi Celesti da gli elementari. Ma perche voi Signor Galileo prima, che veniate à trattar di questa importantissima controversia, impugnate molte cose Aristoteliche appartenenti à questi moti, io, per non esser prolisso e tedioso, distintamente ne addurrò le positioni con le instanze fattele e le mie solutioni, riserbando il resto à i discorsi seguenti. Aristotile dunque di questa materia in questo modo discorre. Trattiamo (dice egli) hora delle parti speciali del Mondo, posto un tal fondamento; che tutti i corpi naturali siano mobili di moto locale, già che essi rinchiudono entro se stessi la Natura, che è principio di moto. Il moto locale si divide in circolare, retto, e misto, de i quali il circolare, & il retto sono semplici, facendosi sopra linea, ò magnitudine semplice. Il moto circolare è quello che si fà intorno al centro. Il retto è di due sorti, cioè all'insù, & all'ingiù. Dico esser all'insù, quello che vien dal centro; all'ingiù, quello che và al centro; onde segue, che tre siano le specie di moti locali, come hò detto; a i quali rispondendo i corpi naturali, altri saranno semplici, atti à moversi in giro, come i Cieli; altri pur semplici, ma mobili di moto retto, come gli elementi; & altri misti, e questi avviene che si movano dal predominio de i semplici, e quei per lor propria natura.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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