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      6. Apportate, per provare (nella sesta parte) che si acquisti sempre velocità maggiore nel moto retto naturale, alcune dimostrationi matematiche: la somma delle quali la toccate voi stesso nella predetta ragione, con dire; che dal rimoversi il mobile dalla tardità infinita, cioè dalla quiete, deve passar per gradi minori, e minori, il che disegnate con linee, e caratteri, facili da intendersi. Ponete parimente diverse velocità secondo la diversità di piani più ò meno inclinati, pervenendo à questo, che nel piano orizontale è impossibile farsi moto, già che ci è arrivato all'estintione dell'inclinatione. Ed essendo il moto circolare per linea orizontale (cioè ne declive ne elevata), ma intorno al centro, non potrà acquistarsi mai questo moto naturalmente, senza il moto precedente retto. Così Giove è più veloce di Saturno, perche è sceso più che Saturno, &c.
      7. Soggiungete (nella settima) che con questo moto non si disordina il Mondo, si servano ne i medesimi luoghi i corpi naturali, senza impedir altri.
      8. Di più (e sia la parte ottava), che essi elementi giamai si movono di moto retto, ma appena, tal'ora, qualche particella di essi quando è fuora del suo luogo; ne all'ora si move per linea retta, eccetto che per unirsi al suo tutto, non per altra cagione; non al centro, che è un punto imaginario, un niente, senza facoltà alcuna. Oltre di ciò; se il fuoco, e l'aria nel suo luogo si movono circolarmente (il che confessano tutti i Peripatetici), è ragionevole che questi moti siano lor naturali, essendo perpetui, già che niuna cosa violenta è perpetua, & è meglio che ciò proceda dalla natura che dalla violenza.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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