9. Voi impugnando questa risposta, domandate, se la contrarietà per la quale i corpi son corruttibili, risieda nel corpo corruttibile, ò in altro; e risposto che in altro, soggiungete, però segue che per fare, che i corpi celesti sieno corruttibili, basta che in natura ci siano corpi, che habbino contrarietà al corpo celeste, e tali sono gli elementi, se è vero che la corruttibilità sia contraria all'incorruttibilità. Al che risponde Simplicio vostro, che non basta, ma devono i contrarij toccarsi e mescolarsi fra loro; il che non occorre del Cielo con gli elementi, perciò non sono contrarij. E voi per altra via provate questa contrarietà, & è questa:
10. Il primo fonte dal qual si cava, secondo la dottrina di Aristotile, la contrarietà de gli elementi, è la contrarietà de moti loro in sù, in giù; adunque è forza che contrarij sieno parimente trà di loro quei principi, da i quali pendono tali movimenti, e perche quello è mobile in sù per la leggerezza, e questo in giù per la gravità, è necessario che leggerezza, e gravità siano tra di loro contrarie, e la leggerezza e gravità vengono dalla rarità, e densità, nel Cielo si trova raro, e denso, anzi le stelle son chiamate parti più dense del suo Cielo e perciò sono opache: dunque in Cielo è contrarietà, e per conseguente i corpi celesti sono generabili e corruttibili. Risponde Simplicio, che non dipendendo questa rarità, e densità da caldo e freddo nel Cielo, non sono causa di questi moti, ne sono vere contrarietà, ma oppositioni relative (che sono delle minori fra tutte l'oppositioni), cioè di poco e di molto; che non hanno che fare con la generatione e corruttione.
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