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      2. Starò per tanto aspettando al suo luogo di veder con nove dimostrationi moversi la terra in giro, & all'ora concederò qual più vi aggraderà delle tre indotte conseguenze, cioè che, ò anch'ella sia ingenerabile, come i Cieli, o quelli corruttibili, come è ella, ò che la differenza di Aristotile sia nulla, & questo basti per questa parte.
      3. La terza instanza (premesso il fondamento della dottrina d'Aristotile), se bene all'apparenza dimostra qualche vigore, è nondimeno in verità manchevole anch'ella; perche, quantunque la terra sia à noi vicinissima e trattabilissima; tutta via il conoscere il suo moto essendo noi posti in mezo a molti (siano di Cieli, per hora, ò di altri), ne è quasi, e forse senza quasi, impossibile. Il moto locale si conosce dal variar gli spatij ed i siti, ma quando questi per moti altrui si possono variare, è variabile & incertissima la lor cognitione, in questo modo nella terra vediamo questa varietà, e così multiplice, che non sappiamo da chi deriva; & è sin hora stato universalmente creduto, che più tosto ogni altro corpo ne sia cagione, che la terra: talche è falsissimo, che per la sua vicinità ne sia più cognoscibile il suo moto, che le generationi e corruttioni continue che si fanno de' contrarij; perche, chi non sa, che il caldo estingue il freddo, il dolce l'amaro, il dolore il diletto? &c. e dall'altro canto, non sapendo alcuno sin'adesso, da che il Mondo è stato creato, che la terra si mova, ò pur sapendolo pochissimi (per non dir sognandolo), overo essendo di ciò difficilissima controversia, è vanità espressa dir, che questo sia più noto di quello; chiamar, dico, più noto, quel che da niuno è conosciuto, ò appena cade nell'incertissima opinione, di quel che per sensata cognitione ne è consapevole ogn'huomo; tanto potreste dire, la notte esser più chiara del giorno, ò le tenebre della luce.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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