Così il caldo in materia più densa sarà più vehemente, il freddo, il dolce, l'amaro, &c., perche in quella più raccolta quantità quelli operativi accidenti più si uniscono e sono necessariamente più forti. Il moto per tanto agente singolare fra gli altri accidenti, dipende effettivamente dalla virtù motrice, ò sia dalla forma del corpo mobile, ò da altro (che non voglio hora entrare in questa disputa), quella indrizza al termine, al luogo prefisso; e secondo che il corpo, che deve moversi è più raro, ò più intenso; così più potentemente vi si imprime esso moto, la potenza ò virtù del quale è la velocità, e tardità: & in questo modo quelle virtù motive, che di lor natura inclinano al moto retto in questa disposition di mole, più ò manco facilmente lo proseguiscono. Quelle tali, che ad altro, parimente stabiliscono la sua virtù sopra di queste machine: onde direi, e dico in effetto, che sono indifferenti ad ogni moto, e fondamentalmente servono à tutti; e si vede, che i moti circolari artificiali, e gli altri, come di ruote, ò simili, si eseguiscono meglio, ò peggio conforme alla densità, e rarità della materia. Onde in questa maniera sono cause accidentali, indifferenti, indeterminate; e nel Cielo si accommodano al moto circolare, ne gli elementi al retto, come credo haver dichiarato a bastanza. Et in questo senso hà parlato Aristotile, nel quarto della Fisica, al testo 86, mentre ha detto: Densum enim & rarum secundum hanc contrarietatem lationis factiva sunt, parlando del moto de gli elementi, ò del sursum, e deorsum, se si potesse far nel vacuo; che del circolare non hà dubio, movendosi (secondo lui) il primo mobile non contenuto da corpo alcuno: e la contrarietà che accenna fra il raro e denso, è parimente occasionale e dispositiva passiva, e tale qual può bastare al moto per virtù principale della forma operante; non che per se stessa basti ne serva alla corruttione: di modo tale, che quantunque sia nel Cielo
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