2. Di più dite, che abbiamo nel nostro secolo accidenti, & osservationi nove, e tali circa il Cielo, che se Aristotile fusse all'età nostra, mutarebbe opinione: sia che il suo filosofare ha per base la cognitione sensitiva, ò esperimentale; la quale se ora gli mostrasse l'opposito di quel che egli stimava, senza dubbio anch'ei l'opposito concluderia, cioè che i Cieli fussero corruttibili &c.
3. Et soggiungendo dite, che le cose scoperte ne i Cieli à tempi nostri sono, e sono state tali, che possono dare intera sodisfatione à tutti i Filosofi; imperoche e nei corpi particolari e nell'universale espansione del Cielo si son visti, e si veggono tuttavia accidenti simili à quelli che tra noi chiamiamo generationi, e corruttioni, essendo che da Astronomi eccellenti sono state osservate molte comete generate e disfatte in parti più alte dell'orbe lunare,
4. Oltre alle due nuove stelle dell'anno, 1572 e del 1604, senza veruna contradittione altissime sopra tutti i pianeti;
5. Et in faccia dell'istesso Sole si veggono (mercè del Telescopio) produrre e dissolvere materie dense & oscure, in sembianza molto simili alle nugole intorno alla terra; e molte di queste sono così vaste, che superano di gran lunga non solo il sino Mediterraneo, ma tutta l'Africa e l'Asia ancora. Or quando Aristotile vedesse queste cose, che credete voi (dite), Signor Simplicio, ch'e' dicesse e facesse? Così discorrete. A cui risponde il vostro Simplicio, che dall'Antiticone sono stati convinti tutti gli Astronomi che ponevano quelle stelle celesti, col provar egli che fussero elementari.
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