1. Per risposta, dunque, della prima positione vostra, io pongo questo fondamento: che se il Cielo fusse corruttibile, sarebbe di più facile corruttione quasi in infinito, di quel che sia la terra; perche, essendo egli sopra la sfera del fuoco, sarebbe senza dubbio più tenue, più cedente, e più sottile assai della nostra aria (argomento preso da voi, Signor Galileo, e son vostre istesse tutte le parole), onde in esso si farebbono corruttioni amplissime, come quelle (che pur dite di veder voi) maggiori del sino mediterraneo, dell'Asia e dell'Africa ancora, tal che sarebbono senza fallo visibili: il che non accade della terra, che, per esser densissima, tenacissima, e durissima, difficilmente soggiace alla corruttione, & appena in qualche sua piccolissima parte si corrompe à fatto. E così la vostra comparatione non corre. In oltre, se fusse corruttibile il Cielo, sarebbe anco dissipabile, come l'aria, e tanto più quanto fusse più tenue, e gli accaderebbe dissiparsi di fatto continuamente per le generationi continue che ivi si facessero, le quali non possono esser eccetto che per contrarij eccitanti e violenti. Et in questa maniera sarebbono le stelle agitate quà, e là, mutarebbono sito, ne serverebbono egual distanza frà loro, ne alcun moto regolare, appunto come accade delle comete overo di altre impressioni ignite, che si fanno nell'aria. Ne mi opponiate la vastità della lor mole, perche all'ampiezza de Cieli agitati, & agitanti son piccolissime e tenui ancor esse. Ne dentro a corpo sì raro e sì cedente (quale sarebbe il Cielo) potrebbono elle esser ordinatamente portate, come si vede da noi.
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