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      Ben sì che delle leggi e delle attioni humane (come che da cagioni finite, à noi congiunte e da noi dipendenti, provengano), al dispetto d'ogni fecondissimo oratore, sedato però il moto delle passioni, non solamente se ne conosce il vero, ma ne sà dar sentenza risoluta quasi ciascuno. E chi è, per vita vostra, che sentita distintamente una controversia civile, con le ragioni d'ambe le parti, non sappia, presso a poco, scorgere il vero dal falso? e chi, dall'altro canto, fra le innumerabili schiere de gli huomini intelligenti, ha saputo determinar cosa alcuna di certo delle conditioni recondite del Cielo? e se ciò fusse, onde nascerebbono tante dispute? tante controversie? È anco in quelli (nol nego) una verità necessaria, ma non vi è chi de gli huomini la conosca: ne basta che sia cognoscibile od infallibile, che anco Iddio supremo è sommamente cognoscibile, e quasi niente conosciuto da noi. È la nostra povera mente più losca nell'intelligenza delle nature più degne, di quel che siano gli occhi d'una nottola nel veder i raggi del Sole. Ma orsù, se è una verità, e conclusion necessaria, talche sia anco evidente, come voi dite, mostrate l'evidenza, apportate le ragioni, e le cause, lasciate il persuader al modo di Rettori, e niuno vi contradirà.
      11. Ma è tempo che discorriamo di altro. Mentre dunque dite, che molte di tali macchie si vedono nascere in mezo del Sole &c. Vi ho risposto che sia allucinatione, e per qual cagione: già la lontananza non lascia distinguer de siti; la direttione, & il moto ci apportano errori, &c. Possono per tanto essere vere nell'esistere, si che il Sole con la sua virtù ne attragga del continuo sino all'ultima superficie concava dell'orbe Lunare, e ne dissolva ancora, come che siano dissolubili; ma l'errore stia nel conoscere i siti, e per l'attrattione uniforme non possino far parallasse: il che affermo solo probabilmente, non con alcuna temerità ne pertinacia, e confesso giuocar con voi al giuoco della cieca, ma à me tocca haver bendati gli occhi.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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