Già, conforme alla buona Filosofia, le parti hanno conformità, ò proportione col tutto, massime ne i corpi principali dell'Universo, ove non ricercandosi diversità d'organi, e di figure, come accade nei viventi inferiori, non gli sarà ne meno bisogno di estremità così fatte, dico di eccessivo raro e di supremo denso, quantunque negli animali si vegga qualche diversità tale di parti, per varij officij, e per il sostegno, quale è della carne, e dell'ossa; ma, ne con questo eccesso; ne da essi, è giusta la similitudine per applicarsi al cielo, essendo di altra struttura & alieno da queste necessità, e dissimiglianze. Et anco quando non fusse la Luna parte del Cielo, ne men cosa celeste, ma per se stessa corpo diverso, e disparato, per la contiguità, che ha con i cieli, non è ragionevole che in queste qualità sia ella da loro, così estremamente diversa. Già si vede che la provida Natura hà servato un ordine e quasi una giustizia commutativa fra vicini corpi totali generabili, e corruttibili, onde possano scambievolmente aiutarsi, e ripararsi nelle discordie dall'offese. Caldo, leve, raro, agile, lucido, il fuoco e di simili accidenti è dotata l'aria sua propinqua. Che se fussero di tali estreme differenze, sarebbe troppo inegual la pugna: si estinguerebbe l'uno, e restarebbe l'altro solo signore; onde essendo (per voi) i Cieli corruttibili, & insieme con essi la Luna, non possono esser tanto eccessivamente diversi, quanto più che alle predette conditioni seguono accidenti & effetti ripugnantissimi.
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