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      6. La sesta, se bene non ripugna alle positioni Peripatetiche, pure circa quella parte, che la Terra rifletta i raggi del Sole nella Luna con più gagliarda illuminatione, che non fa la Luna nella terra, ricerca qualche esame; e lo farò nel progresso, per quanto mi parerà possibile, e ragionevole.
      7. La settima non è di controversia imaginabile.
      8. Nell'ottava si contiene qualche punto di differenza, per star voi sul severo, non usando distintione ove dovrebbe usarsi, come vedrete. Che dunque la Luna sia scabra, & ineguale, acciò possa a noi riflettere i raggi del Sole, non già tersa e pulita come un specchio, in cui da una sola parte si fa il riflesso totale, restando l'altre sue parti oscure; Io vi rispondo, che ne scabra, ne ineguale, ne perciò tersa, e pulita, dovrà esser per questo effetto; ma basterà, e sarà forse anco necessario, che essendo liscia ugualmente, non però diafana, produca l'effetto di questa riflessione di lume. L'esser totalmente tersa, e pulita, come un specchio, impedisce indubitatamente la riflessione totale, il che è notissimo senza che voi con tante fatiche cerchiate di farlo manifesto. L'esser del tutto scabra, & inequale toglie l'uniformità del riflesso, quale è quello che viene à noi dalla Luna. Voi dunque dite, che non è liscia, pulita e diafana come un specchio; sono con voi: dite che sia aspra, come un muro, overo come la terra, acciò rifletta il lume del Sole, & intorno à questa asprezza dissento da voi, e pongo una lisciezza meza frà quella dello specchio e l'asprezza del muro, ò della terra, quale sarebbe, per essempio, quella di un liscio alabastro, di una perla, ò simile.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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