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      E pur in grande approssimatione nel colore secondo voi s'inganna (o pur non conformate l'intelletto col senso nella cognition sensitiva, che è peggio) e nel veder inegualità, e scoscesi che sormontano ò almeno non così appartengono al suo potere, havrà operationi infallibili, e senza errore? Che sia la Luna men lucida, che la terra (essendo ambe due risguardate dal Sole), perche il suo lume riflesso è più debile di quello che sia riflesso dalla terra, ò dal muro; è argomento che pecca in proportione, perciò che voi ponete il lume riflesso dal muro vicinissimo, e lontanissimo quel della Luna; e sarebbe
      il simile che diceste; una stella ci si mostra men lucida e men grande di una facella; dunque è di lei men grande e men lucida. E ditemi, per vostra fè, se vi allontanarete anco per mediocre distanza dal lume riflesso del muro, non diviene egli debolissimo, e quasi insensibile? se in una gran sala, ove non entri egli eccetto che per un ampia fenestra, reflessogli da vicino parete lustro, e sopramodo illuminato dal Sole, vi ritrarete nell'estremo: nella maggior lontananza (dico) della fenestra, havrete qui lume intenso, o più tosto un barlume e forse anco tenebre pure? e nella somma distanza, dalla Luna alla terra, voreste che si servasse quasi senza diminutione il lume solare, con proportione così sproportionata dal sommo propinquo al sommo distante? e vi paiono questi argomenti da fondar nove dottrine?
      17. La conseguenza che inducete, parto naturale delle sue premesse, è non meno difettosa di loro.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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