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      Io per tanto direi, che, sì come la Terra è più oscura della Luna, così il lume, che ad essa riflette sia più debile, e men distinto, e per ciò non produca ombre formate, come quel della Luna produce in terra. E già nella riflession più vicina si conosce; poiche qual chiaro riflesso, quali ombre determinate si veggono, ove non giungono i raggi del Sole? Or che sarebbe in egual distanza con la Luna? Pur non ardirei negare ogni riflesso, e quel poco che nella Luna nova sottilmente falcata si vede, convengo insieme con voi esser probabilmente dalla terra.
      18. L'opinione da voi ripresa è da me parimente stimata poco vera.
      19. Che la terra operi nella Luna col lume, e con il moto, come la Luna nella terra, à me non pare ne vero ne verisimile: non già perche non creda, che il lume non sia di sua natura operativo, ondunque altrove si rifletta, riserbando egli (almeno in parte) la virtù originaria del suo fonte inesausto, ma per esser la Luna (come gli altri corpi celesti) di passioni corruttive impassibile, con la diversità e diminutione di questo riflesso, che assolutamente scemerebbe non poco di attività che a tali effetti si converrebbe.
      20. Che la Luna sia durissima, è da i Peripatetici tenuto per certo, & è motivo più suo che vostro.
      21. La confirmatione, con i segni addotti, della illuminatione della Luna nelle parti ove non è rimirata dal Sole, sia dal reflesso della terra, vi si è concesso. Parimente, che i corpi humidi si mostrino più oscuri che i secchi, gli erti che i piani, senza che tanto vi affatichiate in darno, non vi si nega.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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