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      Intendete provare, che non il Cielo, ma la terra sia quella che si move in giro, restando esso Cielo immobile, ò fermo; massime il Sole, e lo stellato: del che apportate tutte quelle ragioni, & esperienze, che possono conchiudere la vostra intentione; le quali io al solito, compendiosamente (senza pregiudicar all'essentiale) con ordine recitarò, per esaminarle poi. La vostra prima ragione dunque è questa.
      2. L'immensità della sfera stellata, che contiene la terra per tanti milioni di volte, non è ragionevole che con moto velocissimo di una intera conversione di 24. hore si mova, stando la terra ferma. E se potessero seguir gli stessi effetti tanto dal poner mobile il Cielo quanto la terra, & alcuno dicesse che questa stia immota, & il Cielo si aggiri, sarebbe come se uno, salito nella cima della cuppola per veder la Città & il contado, domandasse che se gli facesse girar intorno tutto il paese, acciò non havesse egli ad haver la fatica di volger la testa, &c.
      3. Supponete poi per fondamento delle cose che havrete da dire; che, il moto in tanto è moto e come moto opera, in quanto ha relatione à cose, che di esso mancano, ma tra le cose che tutte ne participano egualmente, niente opera, come s'ei non fusse, come il moto di una nave, carica di robbe diverse, in comparatione fra esse robbe non è moto, perche elle non si sono fra lor punto mosse, ò discostate, anzi quel moto è commune à tutte, con equalità di participatione, &c.: onde il moto è di quel che si move rispetto à qualche cosa immobile; non già sopra qualche immobile, come malamente ha detto Aristotile; il quale havendo da qualche buona Scuola presa questa propositione (detta da voi, cioè che il moto sia rispetto à qualche cosa immobile), ne havendola interamente penetrata, anzi havendola scritta alterata, sia stato causa di confusione mediante quelli, che vogliono sostenere ogni suo detto.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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