Da questo seguita parimente, quanto egregiamente (secondo il suo solito) habbia detto Aristotile, che il moto è sempre sopra qualche cosa immobile, e non in rispetto (come voi dite) di altra cosa immobile; conciosia che il rispetto non ha che far con il moto, e l'immobile (che sarà almeno il principio, ò fine di esso) gli è assolutamente necessario. Io sò però, che la vostra intentione nel far questo novello supposito è stata per mostrare, che tanto col moversi il primo Cielo, e star ferma la terra, quanto col moversi la terra, e star fermo il Cielo, havressimo l'istesse apparenze, aspetto, ò siti, onde sarebbe difficile conoscer se il moto fusse del Cielo, ò della Terra: Il che gratis vi si concede, specialmente se si faccia comparatione di un moto solo, non discendendo alla varietà di molti, ò diversi; e chi non sa, che così bene si vedrebbono tutte le parti di una ruota se ella si raggirasse intorno a chi la vuol vedere, come se egli si volgesse attorno di essa? come anco per l'uniformità, del moto, e per l'acquisto ad unguem de gli medesimi siti senza alcuna minima variatione, ò irregolarità, ò difformità, è forse impossibile distinguere se il moto sia di questa, ò di quello. Ma per questo effetto dire, il moto non esser moto se non in rispetto, non è al proposito. Le dottrine che mancano di verità, di distintione e di ordine, mancano di esser dottrine.
4. Dall'haver fatto conoscere che il supposito non è buono, casca per se stesso tutto il vostro primo discorso. Poscia che non poniamo il moto del Cielo, e la quiete della terra per quel puro rispetto che voi dite, ne per la semplice apparition di siti, Orizonti, ò de gli aspetti &c., che sarebbono (come hò pur anco detto) i medesimi col moto, tanto del Cielo quanto della Terra, ma perche l'operationi maggiori & universali convengono alle cagioni, & a i corpi più nobili.
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Aristotile Cielo Cielo Cielo Terra Cielo Orizonti Cielo Terra
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