2. Al secondo argomento dite, che Aristotile istesso vi mette la risposta in bocca, già che nel secondo del Cielo, al testo 97. ove dice: Præterea, omnia quæ feruntur latione circulari, subdeficere videntur, ac moveri pluribus una latione, præter primam sphæram; quare, & Terram necessarium est, sive circa medium sive in medio posita feratur, duabus moveri lationibus. Si autem hoc acciderit, necessarium est fieri mutationes ac conversions fixorum astrorum. Hoc autem non videtur fieri. Sed semper eadem apud eadem loca ipsius & oriuntur, & occidunt. Due positioni, vuole Aristotile impugnare, l'una, che la terra si mova in se stessa circa il proprio centro. L'altra, che essendo lontana dal centro, andasse intorno ad esso, nel modo che fa un Pianeta. Et egli erra nell'una, e nell'altra. Nella prima, perche assume che ogni corpo il qual si move circolarmente, è necessario che si mova di due moti eccetto la prima sfera. Dunque quando non fusse necessario attribuirle altro che una lation sola, con salvar l'istesse apparenze delle stelle fisse, tu ò Aristotile, non havresti per impossibile che di una tal sola ella si movesse. E perche di tutti i mobili del Mondo, tu fai che un solo si mova di una lation sola, e tutti gli altri di più di una, e questo affermi esser la prima sfera stellata: se la Terra potesse esser quella prima sfera, che col moversi di una lation sola facesse apparir le stelle moversi da Levante in Ponente, tu non glie la negheresti. Ma chi dice che la Terra è posta nel mezo, non gli attribuisce altro moto che quello per il quale tutte le stelle appariscono moversi da Levante à Ponente, e così ella viene ad esser quella prima sfera che tu stesso concedi moversi di una lation sola.
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