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      Talche sì come per antiquata impressione, stimando che la terra stia immobile intorno al suo centro, credono anco esser ivi immobili le sue parti; così è ben dovere, che quando natural instinto fusse del globo terrestre l'andar intorno in vintiquattr'ore, sia d'ogni sua parte ancora intrinseca, e naturale inclinatione, non lo star ferma, ma seguire il medesimo corso. E così senza urtare in veruno inconveniente si potrà concludere, che per non esser naturale, ma straniero, il moto conferito alla nave dalla forza di remi, e per essa à tutte le cose, che in lei si trovano; sia ben dovere, che quel sasso, separato ch'ei sia dalla nave, si riduca alla sua naturalezza e ritorni ad essercitar il puro e semplice suo natural talento. Aggiungesi che è necessario che almeno quella parte di aria, che è inferiore alle maggiori altezze de monti, venga dall'asprezza della superficie terrestre rapita e portata in giro; ò pure che come mista di molti vapori, & esalationi terrestri, naturalmente seguiti il moto diurno, il che non avviene dell'aria che è intorno alla nave cacciata da i remi; per lo che l'argomentare dalla nave alla torre non hà forza d'illatione; perche quel sasso che vien dalla cima dell'albero, entra in un mezo, che non hà il moto della nave; ma quel che si parte dall'altezza della torre, si trova in un mezo, che hà l'istesso moto che tutto il globo terrestre, talche, senz'esser impedito dall'aria, anzi più tosto favorito dal moto di lei, può seguire l'universal corso della Terra.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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