Se voi Signor Galileo haveste nella memoria quel che poco fa, nella risposta del primo argomento, voleste dir contra Aristotile dell'impertinenza del moto circolare delle parti terrestri, hora havreste rossore non poco di cascar così inavedutamente ne i lacci e nelle reti che avevate tese altrui. Quanto havete stimato assurdo, impertinente, & irragionevole, che ogni parte separata dal suo tutto si movesse circolarmente intorno ad esso? & hora, dando il moto circolare alla terra, concedete anco l'istesso alle parti sue separate in qualsivoglia stato, che elle si trovino? adducete pur contra voi medesimo l'instanze, e le ragioni, che credevi indur contra Aristotile, che, per esser quì à proposito, e già apportate di sopra à bastanza, io non voglio inutilmente ripeterle. La similitudine che apportate delle parti, che stiano ferme con la terra secondo l'antiquata stimatione di coloro che credono essa terra star ferma, corre all'opposito, & è anzi espressa dissimilitudine: conciosia che dicono, che quelle parti stiano ferme mentre son congiunte con la terra, che parimente stà ferma: ma se fussero separate, non impedite si moverebbono ad essa. E così hanno diversi effetti separate, e congiunte. E se la terra si movesse in giro (come voi dite), ben potreste inferire che insieme con essa, si movessero le sue parti, ma separate da lei: che in niun modo di questo moto potrebbono moversi; conciosia che quali cerchi elleno discriverebbono? ò forse una parte di cerchio è cerchio? dovreste anco rammentarvi, che in tanti luoghi nel vostro primo dialogo havete detto che si movono di moto retto gli elementi, specialmente la terra, per andar al suo luogo, e che poi quivi si movono circolarmente; come hor dite, che le parti in qual si voglia stato si movino in giro?
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Signor Galileo Aristotile Aristotile
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