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      Fa instanza Simplicio, con dire, che se fusse vero, quel che havete detto di tali ugualità di moti, sarebbe anco vero, che una palla cascata di mano da un cavalier che corresse velocemente sul cavallo, seguirebbe ella quel corso. A cui rispondete, che in effetto lo segue, pur che non habbia impedimento dalla scabrosità della terra: nel modo che lanciata dalla mano lo seguirebbe, già che niente importa che quel moto sia alla pietra conferito immediatamente dalla mano del proiciente, overo dal moto del cavallo, il quale è conferito al cavaliero, al suo braccio, alla palla che porta seco, & a quanto è congiunto con esso lui. E quì noto due cose: l'una è il vostro passaggio dall'una sorte di spatio all'altro, che non fa punto à proposito vostro. Ne gli accidenti maravigliosi (che pur sono imaginarij) dell'equalità de moti sudetti, voi ponevate il retto col circolare nella caduta per aria così compossibili che non si impedissero, e perciò la distanza del spatio non rendesse sensibili le lor diverse velocità; & hora date il seguito del moto alla palla caduta già in terra, che per conseguente niuna participatione ha di moto retto. L'altra, che una palla lasciata solo cadere dalla mano aperta di un cavalier corrente, senza spingerla punto, riceva il moto da seguirlo poiche sia giunta in terra, è tanto lontano dal vero, e dalla sensata esperienza, quanto è l'essere dal niente. Ne voglio più improverarvi questi vostri moti circolari, & in aria & in terra, secondo che par vi caggiano in acconcio, senza osservar repugnanze ò contradittioni ne i vostri detti.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





Simplicio