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      217. havete queste parole. L'acceleration del moto retto de i gravi si fa secondo i numeri impari ab unitate; cioè, che segnati quali e quanti si vogliono tempi eguali, se nel primo tempo, partendosi il mobile dalla quiete, havrà passato un tal spatio, come per essempio una canna, nel secondo tempo passerà trè canne, nel terzo cinque, nel quarto sette &c.; & è l'istesso che dire che i spatij passati dal mobile, partendosi dalla quiete, hanno tra loro proportion duplicata di quella che siano i tempi, ne i quali tali spatij son misurati. Sin quì voi. A gli altri argomenti che sono fondati sopra i tiri di artiglierie, e sopra il volar de gli ucelli, rispondete con gli fondamenti predetti; cioè che movendosi la terra, e l'aria insieme con essa, la qual conferisce il suo moto, e porta quei mobili con la medesima velocità, che ha ella in se stessa, e di più che gli mobili seguendo per lor naturalezza il moto della terra circolare, niuna variatione farebbono in comparatione di tali moti aerei, e terrestri: ma sì bene in rispetto di mobili particolari. Et è l'essempio chiaro, se in un grande navilio ben chiuso, onde non potesse esalar l'aria, ne entrarvi altra di novo, si facessero diversi moti, sì che due huomini, verbigratia, si corressero all'opposito, ò l'un corresse, l'altro stesse fermo, e diverse mosche, ò tafani volassero per il navilio, non si conoscerebbe quì altra differenza che la diversa approssimatione, overo elongatione fra loro: ma nel moto della nave, e dell'aria commune à tutti, e da tutti ugualmente participato, non vi sarebbe alcuna differenza, à punto come se la nave stesse ferma: così il moto della terra, e dell'aria, communicato indifferentemente à tutte le cose, non pone distintione ne conoscenze diverse.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230