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      Segno di questo dite esser il tiro de gli imberciatori; conciosia che costoro, mentre prendono di mira con l'archibugio gli ucelli volanti, non prendono il punto, ò la mira distante da gli ucelli per aggiustarsi al volo di essi, ma che tirano à questi come se tirassero à quei che stanno fermi, seguitandoli con l'archibugio, e mantenendogli sempre la mira adosso; il che avviene, che nel moto commune participano uniformemente à capello tanto gli ucelli quanto gli imberciatori, il che non potrebbe essere se non havessero il moto eguale nell'aria con quello della terra, onde il moto della palla, dell'ucello e dell'ucellatore quanto al giro universale è indifferente, & uno solo. E di quì (dite) dipende la propria risposta all'altro argomento, del tirar coll'artiglieria al berzaglio posto verso mezo giorno, ò verso Settentrione; dove s'instava, che quando la terra si movesse, riuscirebboro(14) tutti costieri verso Occidente, &c. Hor quì io vi faccio le medesime instanze, che hò fatte di sopra, e conseguenti a quelle ve ne aggiungo dell'altre. Vi dico dunque, che secondo questa positione vostra, è assolutamente necessario che e gli ucelli predetti, e le nuvole, e le palle d'artiglieria (oltra il lor moto proprio col quale volano, sono portate da i venti ò dalla lor levita, ò sono tirate dalle bombarde:) habbino il moto commune & equabilissimo à quel della terra, sì che al pari di essa nell'istesso giro siano raggirati: e ciò non può esser dalla terra medesima, per esserne lontani; dunque dall'aria, che ha il moto istesso della terra, e così appunto dite voi in più luoghi con varie frasi.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





Settentrione Occidente