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      Dovreste con fondamenti esplicare in qual maniera si generorno e si corruppero quelle stelle celesti. E cosa indubitata da esperienze sensate, che niuna cosa si genera senza precedente dispositione, ne senza di questa, si corrompe: quelle stelle, dunque, di mole sì smisurata, fu necessario, che prima avessero le sue convenienti dispositioni, & in tal modo fusse una massa, che à poco à poco crescesse, & indi ricevesse similmente l'essere in questa maniera: onde doveano vedersi nella lor produttione da picciole divenir grandi, e nella corruttione l'opposito. Gia una machina immensa, havendo le sue naturali resistenze, non nasce, e non perisce intieramente in un'istante; rimirate pur in tutto le cose naturali, e massime ne fenomeni sublunari durevoli, à quali dovrebbono assimigliarsi le stelle vostre corruttibili, e le loro generationi e corruttioni, alle generationi, e corruttioni di questi. Or chi hà visto questo progresso nelle stelle sudette? e perche non dichiarate voi il modo della lor produttione, e corruttione? troppo vi arrogate, credendo col dir solo, si sono generate, e corrotte, perche si son viste e disparse vi si habbia à credere, senza che ne apportiate una minima imaginaria ragione, e tanto dite a punto, come chi dicesse, che alcuno nasce mentre và fuora di casa, e nell'entrar dentro muore. E qual inconveniente dall'altra parte fora: di poner gli epicicli col moto sudetto? forse repugnerebbe à quell'orbe che è tardissimo, almeno (come dicono) di un moto di settemila anni; che disconcio sarebbe se, à varij fini della natura incogniti, & impenetrabili dall'humano intelletto, qualch'una delle sue parti partecipi à portione tal tardità di moto? mostratemi vi priego caro Signor Galileo (che non hò in verità, non hò per Dio altro fine che d'imparare), mostratemi i grandi assurdi di questa positione (che abbozzo, che accenno solamente, e ne lascio il compimento, à chi più sà), e perché tanti giri nelle stelle Medicee? perche tanti cerchi à guisa di scorza di cipolla intorno al Sole, come pur dite voi? e per salvar la vita à corpi sì nobili, e sì degni non si trova nelle ricchezze della sfera stellata un cerchietto ove le misere possano ricuperarsi senza periglio? poverette, quanto vi compatisco.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





Signor Galileo Dio Medicee Sole