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      Ma aggiungo di più, che le cose nove sogliono esser più salde, e più vigorose che le vecchie, e pur di quell'altre, già numerate da gli Antichi, non si è vista tal corruttione giamai, lo confessate voi stesso, anzi burlate chi dicesse che una stella intiera si possa corrompere, come non si corrompe mai tutto il globo total della Terra; ricordatevene un poco Signor Galileo, e considerate le vostre ordinarie contradittioni ad ogni passo, ne crediate habbiano da esser interpretate come i responsi de gli oracoli. Ma sò ben io donde può divenir questa diversità fra le antiche, e le moderne stelle, dal difetto della Natura, e dell'artefice; quella non havrà più materia sì salda per queste stelle nove, simile à quella delle vecchie, è esausto il suo erario, il tempo gli l'hà tarmata; e l'artefice sarà fatto vecchio, inhabile, impotente, non saprà formar, (come già faceva) le sue strutture ingegnose, che peccato. Queste son le più belle cose che poteste mai dire: e forse non le dite per non far vulgari sì alti misteri, onde stimate meglio tacere; ò volete publicar voi le conclusioni, che altri ve le difenda. Vedete ormai con occhio lucido e con la mente tranquilla, aliena dall'amor disordinato di gloria, se sia, ò no corruttibile il Cielo, ò (per dir meglio) quanto habbiate in ciò mostrato ingegno, e sapere. Io però non intendo, ne che voi, ne che Aristotile, ne che altr'huomo del mondo penetri questi arcani; ma à gli animi docili, e moderati basta di ridur al più congruo, al non implicante, al verisimile.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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