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      Oltre che il ponere immobile il Sole nobilissimo sopra tutti i corpi dell'Universo, sarà ponerlo in natura senza natura, privo delle più degne operationi, e quasi un cor inanimato. L'istesso si può dir delle stelle del firmamento, le quali anco ponete immobili, come tanti Soli, quantunque altrove habbiate insinuato l'opposito, mentre gli attribuiste diverse approssimationi, & elongationi notabili dalla terra, e dalli poli; che non possono riferirsi à moti di altre sfere, come anco colà toccai. Non concludete, dunque, che sia immobile il Sole, ne che sia centro dell'Universo, e molto meno conseguite l'intento di abbattere in questa parte la dottrina di Aristotile. La Terra poi insieme coll'orbe Lunare, non sò come, posta meza nell'orbe magno e meza in quello di Marte, possa haver il moto annuo dall'orbe magno; quel di Marte dunque non vi havra parte alcuna? ò come partecipa di ambedue questi moti? o in qual maniera resta esente da uno? ò come si mischiano insieme? son cose da non esser lasciate intatte da chi vol dar dottrine uniformi e distinte; e pur non fate di ciò parola. L'istesse difficultà sono dell'epiciclo Mediceo fra Saturno, e Giove, se pur non haveste errato nel disegno della figura; ò che non poneste qualche orbe senza corpo, ma pura superficie, che saria peggio. Vi vantate di metter la Terra in Cielo, & honorarla; così parlate col vostro Simplicio nel primo Dialogo: & io (scherzando in questo) vi dico anco che ciò fanno meglio i Peripatetici, constituendola in mezo del Cielo; e voi solamente verso gli estremi, circondata, ò in un luogo o nell'altro, sempre da gli elementi, & indi dall'orbe della Luna.


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Esercitazioni filosofiche
di Antonio Rocco
Appresso Francesco Baba Venezia
1633 pagine 230

   





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