Dalla sponda opposta della Gran Sirte si protende verso oriente la Cirenaica, in forma di altopiano di circa 400 metri di elevazione media: può dirsi quasi un’isola montuosa, circondata per tre lati dal mare, verso il quale scende con pareti piuttosto scoscese, mentre a sud degrada verso le steppe desertiche pianeggianti per mezzo di scalee o terrazzi. A detta di tutti, per la fertilità del suolo, la varietà dei prodotti, è la parte più amena e fertile della Berberia, avendo comuni molti caratteri colla Sicilia. Il suo aspetto verdeggiante, dovuto alle verdi praterie ed alle foreste di conifere, ha bene meritato alla sua parte più elevata il nome, datogli dagli Arabi, di Gebel el-Achdar, cioè «Monte Verde». Come appendice della Cirenaica possiamo aggiungere una striscia litoranea (di circa 40 chilometri di larghezza) dell’altopiano della Marmarica, caratterizzata dall’abbondanza dei pascoli e dall’allevamento del bestiame, quantunque non vi manchino i cereali. Secondo i miei calcoli planimetrici, l’area coltivata o passibile di coltura, per la Cirenaica e la Marmarica, può giungere a circa 26.000 chilometri quadrati, a un dipresso come la superficie della Sicilia, o al massimo a 36.000 chilometri quadrati, accludendovi altre terre più magre, ma ancora suscettibili di produzioni agricole meno attive.
Escluse queste propaggini nordiche, che hanno per lo più clima e flora del tipo mediterraneo (10), il rimanente della Tripolitania in largo senso si deve ascrivere al Sahara, distinguendovi però le steppe desertiche, gli altopiani aridi e petrosi (siano Hammada o Sserir) e le dune di sabbie mobili, con interruzioni di paludi o stagni salsi, di oasi fertili, di pozzi o sorgenti.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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