E le due cose sì collegano fra di loro, più che non possa sembrare a taluno: se la nostra organizzazione militare, per terra e per mare, sarà perfetta, potremo facilmente sventare qualsiasi tradimento od insidia, ed i combattimenti presso Tripoli, ove ufficiali e soldati si coprirono di gloria, ci mostrano quanto s’ingannavano coloro che credevano ad una subitanea amicizia degl’indigeni e degli arabi per noi e che perciò la nostra vigilanza ed accortezza deve ancora aumentare; d’altra parte la giusta, ma severa applicazione della legge, specialmente in tempo di guerra, servirà a persuadere gli abitanti della Libia che l’êra della tolleranza eccessiva e delle incertezze è per noi tramontata e che vogliamo mostrare tutta l’energia e la serietà che competono ad una grande nazione.
Io ritengo (e lo dissi in varie occasioni) che le nostre autorità dirigenti non devono lasciarsi trascinare ad inconsulti atti di troppa magnanimità verso gl’indigeni, una tale condotta essendo in Africa interpretata come debolezza e timore: la psiche dei popoli africani ed arabi è ben diversa dalla nostra, in ispecie per quanto concerne il modo di governo e l’amministrazione della giustizia (20).
Mancano dati sufficienti per calcolare con qualche approssimazione il numero degli abitanti della Libia; i presunti censimenti turchi, pubblicati nei calendari ufficiali del vilaiet di Tripoli sono quasi senza valore, e quindi è quasi più prudente di attenersi alle medie delle cifre adottate da quei viaggiatori che meglio esplorarono il paese, non trascurando gli elementi forniti da consoli, negozianti, sacerdoti, che soggiornarono a lungo in alcuni luoghi.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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