Ad eccezione della regione prossima a Tripoli, fra il Gebel ed il Mediterraneo, della Cirenaica e d’una modesta parte della Marmarica, il vastissimo territorio, dei cui sbocchi marittimi ci siamo resi padroni, è parte del Sahara e delle svariate forme del gran deserto ha tutte le caratteristiche - cioè mancanza di larghe zone coltivabili o di popolamento, difetto di acque correnti (non vi sono che pochi ruscelli perenni e scarsi fiumi temporanei, mentre gli altri alvei fluviali, gli Uadi o Uidian degli Arabi, sono a secco, pur avendo spesso acqua nel sottosuolo), non grandi ricchezze minerali (almeno per quel poco che ne sappiamo); è un paese pressochè nuovo per la civiltà e quasi tutto vi è da instaurare, incominciando dagli approdi per mare e dalle strade su terra. Speriamo che la rigenerazione del paese si possa ottenere gradatamente, con prudenza, senza troppa burocrazia e coll’esame attento delle condizioni naturali del paese e degli abitanti e dei loro bisogni.
Un buon coefficiente l’abbiamo nel clima, che è generalmente ottimo - come lo è quello di tutto il Sahara fatta eccezione per limitate zone paludose, malariche, sul litorale ed in alcuni bacini interni (come, ad es., a Murzuk, capoluogo del Fezzân), condizioni di clima che sono rimaste a un dipresso le medesime, checchè si sia detto in contrario (21), sin dall’inizio dell’epoca storica: così abbiamo prove come due millenni or sono facessero ugualmente difetto le acque correnti e fossero scarse le piogge, al che i Romani, che possedevano pure la Libia, avevano rimediato colla costruzione di argini e dighe, cisterne e pozzi per trattenere le acque piovane, opere mirabili per solidità di costruzione, di cui si scorgono ancora molti e duraturi avanzi, che in parte sarebbero utilizzabili.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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