È vero che il cammello deve poi essere abbandonato senz’altro: dopo aver attraversato il Sahara, diviene ad un tratto affatto inservibile, ed il foraggio stesso nel mezzogiorno non è adatto per rinvigorire lo sfinito animale. Al contrario, il cibo ed il clima umido e caldo tendono ad accelerare ancor più la sua fine precoce. L’unico mezzo per salvarlo si è il rinviarlo immantinenti in un Hattieh settentrionale nel Sahara o al di là del deserto. Per lo più si trascura di farlo, o non si pensa a rimandare subito indietro il cammello scarico; in poche parole l’animale è perduto. Se invece si ha ricorso agli asini od ai muli ed il viaggiatore od il mercante indigeno proveniente da una delle città dell’Africa settentrionale ha la fortuna di vendere per pochi talleri (25) il suo animale da soma, ne ha sempre maggior vantaggio di quello che se avesse noleggiato un cammello, senza por mente che trovasi sulla soglia dell’opulenta Africa centrale, dove ha la scelta a vilissimo prezzo di bestie da soma d’ogni specie per proseguire il viaggio.
Vi è poi un’altra circostanza degna di considerazione, che fa pendere la bilancia in favore del settentrione come punto di partenza, ed è che il viaggiatore, sopratutto quello che non ha ancora imparato a conoscere le malizie del clima africano, vi si assuefà traversando il deserto. Non solo egli si dispone in questa guisa alle più alte temperature, ma corrobora il corpo, esponendolo ai cambiamenti repentini del caldo e del freddo, del gelo e dell’afa, poichè, quando il viaggiatore avrà fatto una volta il triste esperimento del freddo del Sahara, troverà bene il modo di premunirsi dagli effetti delle fresche notti.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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