La lettera del dott. Nachtigal al sultano dell’Uadai fu tradotta in arabo a Berlino dal celebre orientalista dott. Wetzstein e così bene ed in così perfetto accordo collo spirito dell’arabo elastico del Corano, che destò lo stupore e l’ammirazione degli scrittori indigeni, quando loro io la mostrai. Essi dichiararono francamente e senza invidia che oggigiorno niuno in Tripolitania sarebbe capace di compilare uno scritto simile.
Tutti questi preparativi lasciavano sperare che l’impresa riuscisse a bene. Nulla infatti si era trascurato per poter prevederne il buon esito con un certo grado di sicurezza. Ma, disgraziatamente, in Africa tutto dipende dal caso o piuttosto da avvenimenti che si possono ben porre a calcolo in anticipazione, ma si spera sempre di poter schivare, o si crede troppo volentieri che non accadranno.
Si è molto discusso e questionato se sia da preferirsi, nell’organizzare un viaggio di scoperta, l’affidarne l’esecuzione ad un solo individuo od a più e la Società tedesca africana decise in massima per l’invio di viaggiatori isolati. E pure nello stato dei nostri odierni rapporti non è così che dovrebbe essere. Io non fui in grado però di fare accettare la mia opinione. Vero è che, non senza buone ragioni, alla mia particolare esperienza del 1873-74 nel Deserto Libico, dove tra i membri della spedizione regnarono sempre le migliori intelligenze, contrapponevano i rapporti passati tra Denham, Clapperton e Oudney, e così nella spedizione Richardson-Barth-Overweg, ed in quelle polari di Payer e Weyprecht, Koldewey, ecc.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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