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      La ferrea necessità gli insegnerà bentosto che in un viaggio d’esplorazione ogni cosa è diversa da quel che egli si figurava, e che i calcoli più sicuri e le migliori ipotesi perdono ogni valore ed ogni fondamento. Se egli si fosse invece mostrato indifferente nella questione del vitto, in sè così triviale, avrebbe risparmiato dei dispiaceri a sè ed agli altri, ed i dispiaceri cagionano spesso delle malattie, sebbene si goda alle volte d’una florida salute.
      Anche alla questione dell’abbigliamento non bisogna dar troppa importanza; si abbia solo per regola di non trascurare di portar seco degli abiti pesanti, anche nella parte più calda del continente africano, il deserto di Sahara. Se fa caldo, naturalmente, si tolgono via, finché nelle ore più bollenti del giorno si rimane semplicemente colla lunga camicia bianca di cotone. Tutti sanno però già da tempo, che, se anche nel nord dell’Africa, p. es. in Algeri, Tunisi, Tripoli e persino nella valle del Nilo, non gela quasi mai, invece nel Sahara, aperto durante i mesi invernali, i geli notturni hanno luogo con una sorprendente regolarità. Quindi, prima di tutto, soprabiti pesanti e grandi coperte di lana. Alcuni hanno voluto sostenere, e fra gli altri G. Schweinfurth, notissimo viaggiatore, che le tende siano inutili. È vero che nelle lunghe marce spesso passano dei giorni senza che si abbia occasione di drizzare le tende, perchè nel Sahara le notti umide sono rare e molto meno si ha a temere di essere sorpresi dalla pioggia; ed una volta messo il piede nelle terre nel Sudan, dove s’incontrano dei villaggi, allora la tenda è senza dubbio soverchia.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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