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      La copertura del capo che più si confà agli Europei si è quell’elmo indiano, che gl’Inglesi hanno adottato da lungo tempo pei reggimenti che trovansi sotto i tropici, il quale non solo ripara il capo egregiamente dai raggi del sole, ma per mezzo di una doppia fodera fa si che l’aria possa circolare liberamente al di sopra del capo. Bisogna infatti aver cura che la testa sia mantenuta costantemente fredda, ed io credo che durante le ore più calde del giorno le misure di precauzione non saranno mai troppe, cosicchè sarà cosa assai opportuna il bagnarla spesso coll’acqua più fredda che riuscirà di trovare.
      Per ciò che concerne i viveri, non bisogna mai fare assegnamento di trovar qualche cosa nei paesi in cui ci rechiamo, e quindi dobbiamo prender con noi tutto quel che possiamo, e, se è fattibile, il doppio di ciò che, secondo il nostro giudizio, ci farà bisogno. Non si trascuri soprattutto di provvedersi di una gran quantità di caffè, tè, acido tartarico (34) e zucchero. I due ultimi articoli sono il miglior lenitivo e l’acido tartarico può inoltre, concentrato e mescolato con acqua, tener luogo di aceto. Il latte condensato, il burro preservato in scatole, e tutte le conserve di carne, specialmente l’estratto di carne Liebig, oggigiorno non devono mai esser dimenticati nel fare i preparativi di una spedizione; il voler raccomandare l’economia al viaggiatore a questo riguardo, si è fargli un cattivo servizio.
      Giacchè non si può negare, che, dopo l’invenzione del chinino e dopochè il viaggiatore è stato posto in grado di portarsi con sè i cibi europei ad un prezzo proporzionatamente assai modico, il pericolo delle perniciose influenze del clima è grandemente scemato, il viaggiatore non deve dare ascolto alle opinioni di coloro, i quali sostengono che nelle regioni tropicali e subtropicali vi sia meno bisogno di cibarsi di carne che nel nostro clima.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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