Queste casse perciò viaggiarono sempre a qualche distanza dietro di noi, finchè ci raggiunsero finalmente in Augila. Che ciò venne a costare una somma rilevante è evidente. Per questa trascurataggine, il prezzo dei donativi si accrebbe almeno del doppio.
Avendo così terminato i nostri preparativi, facemmo per prova ai 30 di novembre un’escursione sino al «Deserto», che è il nome dato dai Tripolitani alla zona di dune che circonda il bosco di palme Mscia. Mia moglie venne ad accompagnarci in vettura, perchè in Tripoli si può andare in vettura dappertutto, quand’anche non vi siano strade regolari. Sacrificammo il solito montone, vale a dire fu comprato dal pastore, ucciso, arrostito sulle bracie e quindi immediatamente divorato.
Ai 18 decembre 1878 lasciammo finalmente la nostra villa ospitale, che noi avevamo preso ad amare, sebbene fosse assai semplicemente arredata - noi dormivamo sui nostri letti da campo ed adopravamo le nostre proprie sedie e le nostre tavole. - Passammo quivi sei settimane nel più completo accordo e durante questo tempo la villa era divenuta quasi il centro della vita sociale della città, giacchè si può dire che non passava giorno senza che ricevessimo visite. Ma noi non volevamo sciupare inutilmente neppure un momento di tempo e, quando l'ultimo battello giunto da Malta ci tolse ogni scusa per procrastinare, caricammo i cammelli e ci avviammo verso Ain Zara, situato al sud di Tripoli e noto a tutti i viaggiatori che di qui si recano nell’interno. Quivi avevamo stabilito di stare accampati per alcuni giorni.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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