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      Il fucile deve naturalmente essere munito d’una cinghia, fatta di marocchino rosso, il quale per l'uomo più meschino deve essere almeno almeno ricamato di seta rossa, per i ricchi però di argento e di oro. Chi possiede un archibuso vuole anche avere un cinturino di cuoio, al quale si appendono il sacchetto delle palle, la sacca della polvere e la cartucciera, tutti più o meno riccamente lavorati. Qui si fanno anche le selle pei cavalli e dalle più semplici senza alcun ricamo si sale sino a quelle in cui il cuoio è intieramente coperto di arabeschi d’oro e d’argento; queste ultime si pagano centinaia di talleri.
      I più grandiosi stabilimenti giacciono però ancora un po’ più lontano. E sono, oltre ai banchi di commercio, grandi Funduk, o magazzini, per ritirarvi il grano e lo sparto. Se però il commercio del grano in Tripoli dipende sempre dalle influenze della stagione, essendo abbondantissimo dopo un anno piovoso, e scarso dopo un anno meno piovoso, e spesso non facendosi alcun raccolto quando la siccità dura a lungo, l’esportazione dello sparto invece aumenta d’anno in anno. Lo sparto non è soggetto affatto, come il grano, alle influenze della stagione, se anche negli anni umidi si può sperare che attecchisca con maggior forza vegetativa. Oltracciò, non viene attaccato dalle cavallette. La zona dello sparto, ossia della «stipa tenacissima», che è quella che più s’adatta per la fabbricazione della carta, si estende nella Tripolitania dalla frontiera tunisina sin quasi al 17° di long. orientale di Greenwich, mentre verso il sud oltrepassa appena il 30° di lat. sett.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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