E siccome i guadagni in Tripoli in conseguenza dell’esportazione dello sparto, sono, dal 1870 in poi, divenuti assai rilevanti, le condizioni di quella parte della città ricordano ora spesse volte quelle di Europa. Avviene cioè che gl’indigeni arrivano a guadagnare circa quattro franchi al giorno, quando vi è molto sparto in città e battelli abbastanza per prenderlo a bordo. Vengono poscia nuovamente dei tempi in cui i guadagni si riducono a nulla. Naturalmente con questa gente il risparmiare non è all’ordine del giorno: la più parte del denaro va a finire dai liquoristi, che in Tripoli raggiungono una cifra considerevole.
Tale è l’aspetto della nuova Tripoli, che ora si prolunga già sino ai palmizi dello Mscia, mentre prima tra questo giardino benedetto dalla natura e la città propriamente detta stendevasi una vasta pianura sabbiosa.
Il numero degli abitanti di Tripoli propria sarà rimasto a un dipresso quello di prima, cioè, circa 18,000 anime. Se poi, come fa la municipalità di Tripoli, vi si include anche la città nuova, allora si può asserire, senza tema di esagerare, che il numero degli abitanti sia doppio (42).
Anche lo Mscia, quel boschetto di palme di Tripoli, ha cangiato di aspetto; non solo perchè la popolazione che abita tra i giardini e dentro i medesimi è cresciuta di numero, ma perchè vi fanno ora pompa anche un «Belvedere», o «Casa di vino», o «Qui si vende birra», il che è una prova dei progressi della popolazione nello studio delle bevande europee.
Un’impresa di grande importanza per Tripoli sarebbe la pronta costruzione di una strada elevata e solida lungo la spiaggia, perchè il mare invadente scalza e trascina via la sponda intiera.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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