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      Pochi sapranno forse che il più gran numero delle penne si ritrae dagli stabilimenti per l’allevamento artificiale dagli struzzi. Lo struzzo in istato selvaggio va facendosi sempre più raro. Al nord del Sahara non s’incontrano più che isolati. Lo struzzo propriamente non è un animale del deserto, ma neanche un abitatore dell’Africa centrale, sì bene un uccello delle regioni che precedono il deserto. Sembra che gli struzzi non s’incontrino punto nè al sud del 6° di lat. settentrionale, nè al nord del 6° di lat. meridionale (naturalmente questo è un dato approssimativo, ma io non credo che vi siano struzzi al sud del Benue), mentre nelle steppe e nei boschi di mimose, a mezzogiorno del Sahara, vivono ancora a stormi e così anche nelle regioni limitrofe del Kalahari e nei paesi dei Damara, Namaqua e nel Transvaal, dove s’incontrano in grande abbondanza.
      L’esportazione delle penne più considerevole si ha al Capo di Buona Speranza ed è anzi in continuo incremento. Dal che ne segue che le penne di struzzo, quantunque il consumo da parte delle signore e dei generali degli eserciti europei sia addirittura enorme, invece di crescere di prezzo, si vendono più a buon mercato.
      Sembra che il primo tentativo di allevare gli struzzi artificialmente sia stato fatto in Algeria nel 1859, dal sig. Hardy (43), direttore del giardino d’acclimazione in Algeri, essendosi guadagnato per questo motivo il premio di 2000 fr. destinato dal sig. Chagot in Parigi a chi riuscisse ad allevare gli struzzi in ischiavitù. Qualche tempo dopo anche Demidoff in Firenze, Graelles in Madrid, Suguet in Marsiglia e Bouteille in Grenoble ottennero dei buoni risultati.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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